" Ζωγραφιζω εκεινο που δεν μπορει να φωτογραφηθει και φωτογραφιζω εκεινο που δεν επιθυμω να ζωγραφισω...Δεν με ενδιαφερει να γινομαι κατανοητος ως ζωγραφος, ως δημιουργος αντικειμενων ή ως φωτογραφος".... "Δεν ειμαι φωτογραφος της φυσης αλλα της φαντασιας μου ... θα προτιμουσα να φωτογραφισω μια ιδεα παρα ενα αντικειμενο κι ενα ονειρο παρα μια ιδεα" Man Ray (1890-1976)

" Δεν ενδιαφερει να αποδωσει κανεις το ορατο, αλλα να κανει ορατο οτι δεν ειναι" Paul Klee (1879-1940)

6/28/2011

Cuore di cane - Oleg Kulik. Cagliari 2011

Cuore di cane

Artista radicale che attinge all’ambito socio-culturale della Russia sovietica e post-sovietica, Oleg Kulik si pone in antitesi all’antropocentrismo. Per un dialogo tra uomo e animale. In mostra la serie “The Russian”, tratta dalle sue disarmanti performance. A Cagliari, fino al 30 giugno.

Oleg Kulik - Eclipse - 1999

Dissacrante provocatore al limite dell’assurdo, autore di performance estreme tra show e shock, censurato a Parigi nel 2008 e presente alla 54. Biennale all’interno del progetto Glasstress, Oleg Kulik (Kiev, 1962) approda a Cagliari per inaugurare il nuovo spazio espositivo 18diviasulis. Dieci serigrafie tratte dalle sue performance indagano il lato animale dell’umanità, nel tentativo di ricondurre l’uomo a uno stato primordiale, alla ricerca dell’istinto più viscerale scevro da valori antropologici. Influenzato dal Concettualismo moscovita, reagisce alla cultura imperialista e al conflitto fra natura e progresso nell’epoca della civilizzazione attraverso il suo alter-ego, il fedele Quilty. Il bulldog onnipresente in ogni frame della serie, dove riferimenti a icone come la piazza Rossa, il Mausoleo e la Biblioteca di Lenin fanno da sfondo a scene surreali cariche di dettagli nonché metafore. Teatrini grotteschi dell’esistenza.

Roberta Vanali

Cagliari // fino al 30 giugno 2011
Oleg Kulik – The Russian (Primadellabiennale)
a cura di Cristiana Giglio

http://www.artribune.com/2011/06/cuore-di-cane/

6/24/2011

Corpo e identità-Giorgio Ciam (Pont-Saint-Martin, Aosta, 1941 – Torino, 1996

Corpo e identità. È la fotografia di Giorgio Ciam

All’interno del circuito off di “Fotografia Europea”, una selezione di opere del compianto valdostano, a partire dagli anni '70. A Reggio Emilia, fino al 12 giugno.

Giorgio Ciam - Autoritratto in teoria - 1980 - © Eredi di Giorgio Ciam - courtesy Galleria VV8, Reggio Emilia

Dal mosso fotografico al collage, dalle cancellazioni all’intervento pittorico, Giorgio Ciam (Pont-Saint-Martin, Aosta, 1941 – Torino, 1996) sperimenta il linguaggio fotografico all’interno d’un percorso di ricerca che ha nell’identità il proprio focus d’indagine. Ricerca ossessiva e seriale la sua, dove affiora il retrogusto performativo del corpo come territorio di relazioni complesse, di attraversamenti, di sdoppiamenti, di trasformazioni e passaggi che resistono all’occhio dell’obiettivo e allo sguardo dello spettatore. A cura di Elena Re, la mostra presenta una selezione di opere – che provengono direttamente dall’Archivio Giorgio Ciam – che ripercorre il lavoro dell’artista dagli autoritratti della metà degli anni ’70 a quelli che precedono la sua scomparsa, dove la figura si dissolve in campiture ai limiti dell’astrattismo e l’identità rinuncia a ogni definizione formale.

Giulia Simi

Reggio Emilia // fino al 12 giugno 2011
Giorgio Ciam – Percorsi di ricerca
www.fotografiaeuropea.it

http://www.artribune.com/2011/06/corpo-e-identita-e-la-fotografia-di-giorgio-ciam/

6/22/2011

ASTRATTISMI PARALLELI, fotografie di Carlo D'Orta e Danilo Susi Milano, Spazio Oberda

http://www.artribune.com/
Milano, Spazio Oberdan
ASTRATTISMI PARALLELI TRA REALTÀ E FANTASIA
Le fotografie di Carlo D'Orta e Danilo Susi allo Spazio Oberdan di Milano.
E c'è anche Albano Paolinelli dal 17/06/11 al 10/07/11

Carlo D'Orta, Vibrazione 03

L’esposizione presenta una selezione di fotografie di Carlo d’Orta e Danilo Susi, artisti accumunati dalla rielaborazione digitale del paesaggio urbano ottenuta attraverso l’impiego di superfici specchianti e forme riflesse che segnano il passaggio tra dimensione fisica e metafisica

Carlo D'Orta, Vibrazione 09

Lo Spazio Oberdan della Provincia di Milano ospita, dal 17 giugno al 10 luglio 2011, un suggestivo e inedito progetto espositivo dal titolo Astrattismi Paralleli, che raccoglie le fotografie di Carlo D’Orta e Danilo Susi, frutto di percorsi distinti ma convergenti di due artisti impegnati nella ricerca dell’elemento astratto visto come passaggio tra realtà e fantasia.
Come sottolinea il curatore della mostra Valerio Dehò “l’utilizzo del digitale consente di rileggere il paesaggio urbano attraverso inedite inquadrature suggerite da riflessi, dallo specchiarsi delle immagini nell'acqua e nel cristallo, proponendo storie che raccontano la città attraverso inusuali punti di vista”.

Carlo D'Orta, Vibrazione 08

Il processo creativo di Carlo D’Orta nasce infatti all’interno della città metropolitana, usata come medium grazie ai riflessi dei grattacieli, delle vetrine o delle altre superfici specchianti. Le sue “Vibrazioni” e “Paesaggi surreali” sono realizzati in base all’assoluta fedeltà alle forme riflesse reperite nella realtà, con un’occasionale rielaborazione digitale dei colori per ottenere una fotografia “pittorica”.


Danilo Susi, Acquastratta Blu01a

Danilo Susi lega il proprio processo creativo alla natura, all’acqua, elemento primordiale tutt’uno col sacro femminino generatore di vita. Nasce così “Acquastratta”, immagini fedeli alla realtà tanto nelle forme che nei colori, senza alcun intervento post-produzione.


Come lo specchio di Alice è il media di transizione tra realtà e irrealtà, così il vetro di Carlo D’Orta e l’acqua di Danilo Susi sono l’elemento di passaggio dalla dimensione fisica a quella metafisica. La ricerca dei due artisti diventa un viaggio nei recessi dell’anima, attraverso la porta dell’astrazione, secondo la lezione di Paul Klee.
"Con la mostra Astrattismi paralleli - osserva il Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano Novo Umberto Maerna - Spazio Oberdan rinnova la sua vocazione di luogo aperto al contemporaneo, facendosi in questo modo specchio della realtà artistica del nostro tempo. Il sottile gioco tra astratto e reale, che percorre tutta l'idea espositiva, ci porta a riflettere sul concetto di verità. Una verità intuita e percepita al di là dell'apparenza e per questo più vicina all'essenza stessa delle cose."
Il percorso della mostra è arricchito dalla sezione dei lavori di Albano Paolinelli dal titolo La città parallela, che documenta la ricerca sul “nuovo paesaggio” che l’artista porta avanti da alcuni anni, mettendo in moto dispositivi pittorico-visivi di investigazione profonda che sollecitano una riflessione originale e diversa su “città” e “paesaggio”.

Danilo Susi, Acquastratta Blu01a
Paolinelli osserva da un punto di vista privilegiato il territorio che appare sfocato, e il colore, l’ombra e la luce che definiscono i volumi disegnando il paesaggio avvolto da un’aura di mistero. L’artista rappresenta scatole aperte verso l’universo, contenitori di contraddizioni, di drammi, di problemi, di scontri, di gioie e di dolori, che appaiono nella loro modellata leggerezza, trasformate da una analisi concettuale.
L’iniziativa è promossa dalla Provincia di Milano/Assessorato alla Cultura con il patrocinio di RUFA/Libera Accademia di Belle Arti di Roma e si avvale del prezioso contributo, quale main sponsor, delle Arti Grafiche Boccia.


Astrattismi paralleli allo Spazio Oberdan di Milano
La città, l’acqua e l’architettura sono i riferimenti visivi e concettuali della mostra Astrattismi paralleli, a cura di Valerio Dehò, allestita presso lo Spazio Oberdan di Milano. In esposizione gli scatti di Carlo D’Orta e Danilo Susi, frutto di percorsi distinti ma convergenti, entrambi incentrati sullo studio dei riflessi e dell’elemento astratto. Alle opere dei due fotografi sono affiancati i dipinti di Albano Paolinelli…

film maker Marco Aprile
coordinamento Helga Marsala
produzione Artribune Television

Adam Fuss | A Survey of his Work: 1986/2010



Invocation, 1992
Cibachrome photogram, 101,6 x 76,2 cm, unique piece
Courtesy Cheim & Read, New York© Adam Fuss



Untitled, 2003
Digital pigment print, 182,9 x 111,8 cm, Edition 6/7 Courtesy Cheim & Read, New York
© Adam Fuss

Adam Fuss
June 11, 2011 -September 4, 2011
Huis Marseille, Museum for Photography
Keizersgracht 401, 1016 EK Amsterdam
info@huismarseille.nl
http://www.huismarseille.nl

What immediately stands out with the work of Adam Fuss is that, both in terms of the chosen subject matter and in his approach to the photographic technique, he has greatly dissociated himself from conventional photography. That which Fuss produces is, in fact, still a photograph; but in order to achieve that, he did rid himself of all the finer luxuries available to users of the medium nowadays. Like a present-day alchemist, Fuss has mastered the medium's most elementary and primitive forms; he sees just as much potential for creativity in technical knowledge as in the imagination, or the visionary power of the photographer.
Love, 1993
Cibachrome photogram, 124.5 x 98.4 cm, unique piece
Courtesy Cheim & Read, New York
© Adam Fuss

His subjects (silhouettes, gossamer christening gowns, rabbits, butterflies, snakes, lace, smoke, drops of water) have also been removed from their natural habitats. In the studio they become so epitomized that they assume the strength and quality of a symbol, or icon, fraught with emotion. Fuss seems, figuratively speaking, to have given wings to his images: they have a weightless and elusive appearance, as though being supernatural in origin and import.
This exhibition comprises approximately fifty images by Adam Fuss, dating from 1986 to the present, with examples from his major series as well as the premier of his most recent efforts. The selection will not only gather images that the artist believes to be among his best examples, but also together will recreate the ambiance of a location sacred to him. It has been organized by Fundación MAPFRE (Madrid) in close consultation with the artist and Cheryl Brutvan, Curator of Contemporary Art at the Norton Museum (West Palm Beach, Florida) and curator of his first survey in the United States.
Especially for his exhibition at Huis Marseille, Adam Fuss has made a selection of photographs from his own photo collection. The selection consists of historical and recent, often anonymous, but very curious images.
Adam Fuss was born in London in 1961. Because his mother was Australian, he grew up partly in London and partly in Australia, where he began his career as the studio assistant for a commercial photographer. In 1982 he moved to New York, initially getting by as a waiter for the Metropolitan Museum of Art and as a photographer of exhibitions. Along with the British photographers Susan Derges and Chris Bucklow, Adam Fuss introduced a new interest in camera-free photography and older techniques.
His work has been shown, and collected, internationally: at, among other institutions, the Victoria & Albert Museum in London, the Metropolitan Museum of Art in New York, the Museum of Fine Arts Boston and the Kunsthalle in Bielefeld. This exhibition is his first in the Netherlands.
Adam Fuss is represented by Cheim & Read, New York; Xavier Hufkens, Brussels; Timothy Taylor, London; and the Fraenkel Gallery, San Francisco.



For Allegra, from the series My Ghost, 2009
Daguerreotype, 70 x 105 cm
Collection Richard Edwards, Aspen, Colorado
© Adam Fuss


Medusa, from the series Home and the World, 2010
Gelatin silver print photogram, 240 x 144,1 cm, Edition of 9, unique print
Courtesy Timothy Taylor Gallery, London
© Adam Fuss

Geoffrey H. Short | Towards Another (Big Bang) Theory

e-Announcement photography-now.com

© Geoffrey H. Short

Geoffrey H. Short | Towards Another (Big Bang) Theory
28th June - 17th July 2011
{Suite} GalleryΣύνδεσμοςLevel 2, 147 Cuba Street / 108 Oriental Parade, 6011 Wellington +64 49767663
info@suite.co.nz
http://www.suite.co.nz
Opening hours: Wed-Fri 11 am - 5 pm and Sat 11 am - 4 pm

© Geoffrey H. Short

Geoffrey H. Short | Towards Another (Big Bang) Theory

The inherent mystery and ultimate inevitability of death makes it a staple subject of contemplation
in philosophy and in art. Risking death means both terror and excitement, and the eighteenth
century philosophers Edmund Burke and Immanuel Kant suggested that whatever is terrifying
is also sublime.



© Geoffrey H. Short

Geoffrey H. Short's series "towards another (big bang) theory" is an exploration of risk, terror, beauty and the sublime. The fuel explosion is part of the cinematic vocabulary of special effects and as such is a simulation of terror. (Notably, in these days of computer generated imagery, the best way to simulate an explosion is still with an explosion). Hiring film industry special effects technicians to create "big bangs" on the black sands of New Zealand's west coast, Short uses fossil fuel (with all its geo-political associations) mixed with gunpowder (with its own history of war, plots and dangerous entertainment) as an unpredictable, dramatic and multi-layered imaging material. This work is an interrogation of that material, and of the effects of presenting “terrible objects” in an aesthetic realm. The photographs offer both illusion and allusion, the illusion reinforced by the large scale and fine detail of the photographs, and while they document actual, staged explosion events, they allude to every explosion from the original big bang of creation to the anxiously anticipated big bang of a terrorist bomb or nuclear disaster. The near absence of a recognizable physical context emphasizes this referential quality, allowing the viewer to imagine their own context, to supply their own narrative around these isolated climactic moments.

Geoffrey H. Short lives in Auckland, New Zealand. He graduated Bachelor of Fine Arts with first class honours from the University of Auckland in 2010 and was awarded a Senior Prize in Fine Arts. His work is included in the survey exhibition and book "reGeneration² – tomorrow's photographers today" produced by the Musée d l'Elysée, Lausanne, Switzerland and touring internationally.

© Geoffrey H. Short
photography-now.com
Torstr. 218 | 10115 Berlin | Editor: Claudia Stein
contact@photography-now.com | T +49.30.24 34 27 80

Mimmo Jodice / Transiti

e-Announcement photography-now.com


TRANSITI OPERA 3, 2008, Carbon print on cotton paper, Ed. 2/5, 70,3 x 145,5 x 2,6 cm, 27 2/3 x 57 1/4 x 1 in (Diptych)
© Courtesy Galerie Karsten Greve

Mimmo Jodice | Transiti
May 27 – July 30, 2011
GALERIE KARSTEN GREVE COLOGNE
Drususgasse 1-5, 50667 Cologne
+49 (0)221 257 10 12
galerie.greve@t-online.de
http://www.galerie-karsten-greve.com
Opening hours: Tues-Fri 10am-6.30pm, Sat 10am- 6pm


TRANSITI OPERA 14, 2008, Carbon print on cotton paper, Ed. 2/5, 70,3 x 207,5 x 2,6 cm, 27 2/3 x 81 2/3 x 1 in (Polyptych)
© Courtesy Galerie Karsten Greve


MIMMO JODICE -TRANSITI

Galerie Karsten Greve in Cologne devotes a solo show to the renowned Neapolitan photographer Mimmo Jodice, continuing the successful cooperation with the artist in recent years. The works in this show were recently exhibited at the Museo di Capodimonte in Naples and are closely related to the museum’s collection of paintings. Mimmo Jodice studied the wonderful old master paintings, especially the vivid portrayals of people, and photographed selected sections and portraits in black and white. He brought these studies into a fascinating dialogue with his portrait photographs taken on the streets of Naples over many years. By matching the photographs from the museum and those from “real” life in pairs, he displays a moving, almost incredible intensity of human emotions. The faces’ expressivity conflates epochs, human ages, and visual techniques.

Mimmo Jodice was born in Naples in 1934. An active photographer since the 1970’s, he has also taught photography at the Naples Academy. His work having become a beacon for contemporary Italian photography has been widely exposed through countless exhibitions and international publications.
photography-now.com
Torstr. 218 | 10115 Berlin | Editor: Claudia Stein
contact@photography-now.com