Cuore di cane
Artista radicale che attinge all’ambito socio-culturale della Russia sovietica e post-sovietica, Oleg Kulik si pone in antitesi all’antropocentrismo. Per un dialogo tra uomo e animale. In mostra la serie “The Russian”, tratta dalle sue disarmanti performance. A Cagliari, fino al 30 giugno.
Dissacrante provocatore al limite dell’assurdo, autore di performance estreme tra show e shock, censurato a Parigi nel 2008 e presente alla 54. Biennale all’interno del progetto Glasstress, Oleg Kulik (Kiev, 1962) approda a Cagliari per inaugurare il nuovo spazio espositivo 18diviasulis. Dieci serigrafie tratte dalle sue performance indagano il lato animale dell’umanità, nel tentativo di ricondurre l’uomo a uno stato primordiale, alla ricerca dell’istinto più viscerale scevro da valori antropologici. Influenzato dal Concettualismo moscovita, reagisce alla cultura imperialista e al conflitto fra natura e progresso nell’epoca della civilizzazione attraverso il suo alter-ego, il fedele Quilty. Il bulldog onnipresente in ogni frame della serie, dove riferimenti a icone come la piazza Rossa, il Mausoleo e la Biblioteca di Lenin fanno da sfondo a scene surreali cariche di dettagli nonché metafore. Teatrini grotteschi dell’esistenza.
Roberta Vanali
Oleg Kulik – The Russian (Primadellabiennale)
a cura di Cristiana Giglio
http://www.artribune.com/2011/06/cuore-di-cane/
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